Marina
Leoncini, Dryscapes. Scenari dell’arido Tutor: Prof. Gianpiero Donin Il
progressivo avanzare dei deserti e l’ aumento delle
zone a forte aridità stanno determinando serie problematiche ambientali. E’
essenziale prendere conoscenza dei cambiamenti in atto considerando che il clima e l’uomo
plasmano fortemente il paesaggio, influenzandone vegetazione, forma e usi. Il problema appare particolarmente urgente per le Drylands, le terre aride, semi-aride e sub-umide secche
del pianeta che, sottoposte a fenomeni di degrado ambientale, vedono
progressivamente diminuire, fino alla scomparsa, complessità biologica e
produttività, con gravi effetti anche di ordine
sociale. Le tecniche tradizionali per la raccolta e la captazione
dell’acqua,che per secoli hanno garantito l’assetto
ambientale e paesaggistico degli attuali territori aridi, risultano ormai di
difficile impiego in contesti sociali e ambientali sottoposti a profonde e
veloci modificazioni ma possono costituire un modello da cui partire nella prospettiva di una loro riproducibilità
in forme attuali e sostenibili. La ricerca di soluzioni,
oltre ad interessare le scienze connesse al controllo delle trasformazioni
ambientali è oggi oggetto di studio e sperimentazione per le discipline
paesaggistiche con approcci originali e strategie inconsuete. I
paesaggi aridi risultano terreno di sperimentazione
progettuale e offrono nella contemporaneità, agli architetti del paesaggio,
stimoli e nuovi indirizzi di linguaggio. La tesi, richiama l’attenzione di
ricercatori e progettisti sul tema e propone una raccolta di casi studio relativa agli ultimi trenta anni, da cui emerge un
panorama ricco e insospettato di soluzioni tutte riconducibili ad alcuni
atteggiamenti prevalenti: l’indirizzo ecologico, l’indirizzo estetico,
l’indirizzo tecnologico. |
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Dottorato di ricerca in Architettura
dei Parchi e dei Giardini ed Assetto de Territorio
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